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Pechéte

turismo scolastico esperienziale

 

 

Pechéte è il progetto di turismo scolastico esperienziale ideato per la promozione dell’area dei Colli Euganei e della Bassa Padovana.

Ideato nel 2012 dai Comuni di Villa Estense, Sant’Elena e Sant’Urbano, in provincia di Padova, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Villa Estense e finanziato dal LEADER 2007-2013, Pechéte era inizialmente strutturato in un unico percorso dedicato alle risorse rurali del territorio.

 

Dal 2018 rientra nei servizi attivati dal GAL Patavino nell’ambito del progetto #DaiColliall’Adige – finanziato dal fondo FEARS e da Fondazione Cariparo –  coinvolge diversi istituti e scuole della Bassa Padovana e dei Colli Euganei e comprende oggi tre differenti tematismi: Pechéte, appunto, sempre dedicato alle risorse rurali, Veneti antichi e Turismo religioso.

 

L’idea dalla quale è partito il progetto è quella di coinvolgere le generazioni più giovani nel tracciare nuovi “percorsi” e disegnare una nuova “geografia” del proprio territorio utilizzando differenti discipline (il documentario, la scrittura, il disegno, il teatro), per arrivare a costruire una nuova narrazione condivisa della storia e dell’identità di questi luoghi.

 

Il progetto deve il suo nome al protagonista di una nota leggenda rurale, che lasciava delle piccole tracce – “pechéte” significa, infatti, piccola orma nel dialetto locale – lungo i corsi d’acqua del Bosco dei Lavacci (un’area boschivo-paludosa di circa quattromila metri quadri) dove amava girovagare a piedi nudi sfuggendo al controllo di sua mamma, per raggiungere gli altri bambini e giocare e correre nei campi.

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Pechéte

Nel corso degli anni Pechéte ha dato vita a un omonimo itinerario turistico tra i comuni di Sant’Elena, Villa Estense, Vighizzolo d’Este, Sant’Urbano, a un racconto dal titolo “Herlechin e la spada nel pozzo” – che rilegge, unendole, alcune leggende del territorio – nato da un laboratorio di scrittura creativa curato da Davide Morosinotto, a uno spettacolo teatrale e a una serie di illustrazioni ispirati entrambi al racconto e realizzati nell’ambito di due differenti laboratori rispettivamente con Damiano Fusaro e Mirko Artuso, a un percorso di educazione alimentare incentrato sui concetti di prossimità, stagionalità, qualità, e a un ciclo di video-guide nelle quali i ragazzi accompagnano il pubblico nella visita ai beni mappati dal progetto, tra cui Villa Correr a Casale di Scodosia, il Teatro Carlo Goldoni a Bagnoli di Sopra, Villa Pisani Scalabrin a Vescovana e la Mappa del Retratto del Gorzon conservata presso il Museo Etnografico di Stanghella.

 

Pechéte è diventato anche un progetto Erasmus+ realizzato dall’Istituto Comprensivo di Villa Estense in collaborazione con altri due Istituti europei, uno francese e uno tedesco.

 

L’ultimo “prodotto” in ordine temporale del progetto Pechéte è “La rotta della canapa”, un nuovo itinerario turistico che ripercorre la storia e i luoghi più importanti legati alla produzione e alla lavorazione di quella che in passato è stata una delle più importanti economie del territorio. Il percorso, che si snoda da Megliadino San Vitale a Due Carrare passando per Montagnana Ospedaletto Euganeo, Este, Monselice e Battaglia Terme, vuole far scoprire e stimolare la visita ai luoghi che sono stati interessati da questa produzione nei secoli passati, promuovere un turismo sostenibile, a piedi e in bicicletta, e ricreare una cultura della canapa con un approccio storico e antropologico, che fonda tradizioni e lavori del passato con gli attuali sviluppi dell’impiego di questo materiale.

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Veneti antichi

Esiste un legame tra il nome della regione Veneto, la città di Venezia e i Veneti antichi? Quali sono le caratteristiche ambientali del territorio “dai Colli all’Adige” che hanno determinato la fioritura di uno stile di vita e di una cultura che si è sviluppata per circa 700 anni, dal 900 al 200 a.C.?  Cosa accadde quando arrivarono i Romani e pacificamente continuarono a scrivere la storia di questa terra? Quanto hanno influito i rapporti commerciali con i Greci, gli Etruschi e i Celti sullo sviluppo economico dei Veneti antichi? Quali manufatti archeologici hanno più storie e informazioni da svelarci?  Quali tradizioni dei Veneti antichi abbiamo conservato?

 

Queste e molte altre domande stimolano la conoscenza di una civiltà su cui molto si racconta ma poco si conosce.

Il metodo della ricerca archeologica che prevede l’analisi dei contesti di provenienza, delle tecnologie produttive e delle funzioni di ciascun manufatto antico è alla base dell’esperienza che vede protagonisti studentesse e studenti della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado. Lo studio geomorfologico dell’area compresa tra i Colli Euganei e il fiume Adige e la riflessione sulle azioni antropiche stratificate nel tempo, contribuiscono alla consapevolezza dello speciale rapporto tra Uomo e Ambiente nel territorio di riferimento del progetto in corso a confronto con altre civiltà italiche, europee, di area mediterranea e orientali contemporanee ai Veneti antichi.

 

Vengono realizzate uscite in presenza e incontri da remoto al Museo Nazionale Atestino e all’area archeologica di via Santo Stefano a Este con l’ausilio di un format ideato appositamente e definito “Intervista al reperto”. Il mondo dei VIVI, dei MORTI, e degli DEI ritrovano voce e vita nei testi, nei disegni, nelle fotografie e nei video realizzati dai partecipanti. È stato creato anche un vocabolario/glossario in continuo aggiornamento e tradotto in inglese per poter raggiungere il potenziale pubblico del turismo scolastico anche internazionale.

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Turismo religioso

I progetti legati al tema “Risorse Turistiche Religiose” mettono in luce i beni religiosi presenti nel territorio geografico “Dai Colli all’Adige” per rendere gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado i primi portavoce dell’eterogeneità di questo ricco patrimonio e i primi protagonisti della sua valorizzazione e promozione turistica.

Le chiese cittadine, gli eremi isolati tra boschi e colline, i grandi monasteri e abbazie, le cappelle devozionali e le piccole pievi di campagna che punteggiano il nostro territorio sono da un lato testimonianze importanti della profonda religiosità del luogo, dall’altro rappresentano un eccezionale valore storico, artistico, culturale ed etnoantropologico, prezioso per coloro che lo vivono, a prescindere dalla fede.

 

Nel corso degli anni gli alunni imparano a conoscere i loro luoghi di appartenenza, il contesto geografico e le vicende storiche e sociali che portarono alla nascita dei beni architettonici, scultorei e pittorici di ambito religioso. Approfondiscono inoltre le peculiarità artistiche degli edifici indagati e il modo in cui la molteplice declinazione della fede e della devozione popolare, grazie anche alla presenza degli ordini monastici o di specifiche comunità, abbia contribuito alla storia del nostro territorio.

 

Quando e come fiorirono le prime testimonianze religiose nel nostro territorio? A chi spetta il merito di aver bonificato le sconfinate paludi delle “basse”? Quali luoghi svolsero un ruolo importante in qualità di fari della cultura nel medioevo padano? Quando e perché molti ordini religiosi e molti luoghi di culto furono lasciati in abbandono? Quali furono invece protagonisti nella storia moderna?

Per rispondere a queste domande i ragazzi sono coinvolti in diverse attività, dagli incontri in aula, ricchi di esperienze laboratoriali legate alle tecniche artistiche del passato, ai nuovi media di comunicazione, alla produzione di prodotti turistici multimediali, sino alle uscite sul territorio per partecipare o condurre visite guidate volte ad incrementare il percorso di promozione turistica di prossimità presso compagni e famiglie.

 

Il monastero di San Salvaro di Urbana, il percorso devozionale delle Sette Ciesette di Monselice, l’Abbazia di Praglia, l’antica pieve di San Silvestro di Saletto di Borgo Veneto, la Ciesazza di Ponso, la grande Abbazia di Santa Maria di Carceri, la piccola chiesa di Sant’Antonio Abate di Montagnana, il grande Duomo di Este, l’antico Duomo di Monselice, l’oratorio delle Ave di Baone, il prezioso Santuario del Tresto sono solo alcuni tra i beni religiosi oggetto di approfondimento e ricerche da parte di studenti e insegnanti.